Lo sai perché … si dice le Idi di Marzo

Idi :

nel calendario romano, il quindicesimo giorno dei mesi di marzo, maggio, luglio, ottobre e il tredicesimo giorno degli altri mesi

Etimologia: ← dal lat. īdus, nom. f. pl.

Questa è la definizione che dà la maggior parte dei dizionari di lngua italiana.

“I giorni del mese, infatti, non erano numerati progressivamente dal primo all’ultimo come oggi, ma erano chiamati in base a una serie di date fisse: il primo giorno del mese erano le calende (calendae), poi veniva “il giorno dopo le calende”, e poi si iniziavano a contare i giorni che mancavano prima delle altre due festività mensili: le none e le idi. Queste due festività cadevano il quinto e il tredicesimo giorno dei mesi di gennaio, febbraio, aprile, giugno, agosto, settembre, novembre e dicembre, mentre cadevano il settimo e il quindicesimo in marzo, maggio, luglio e ottobre.”

Bene.

Ma perché sono diventante così famose?

Il motivo è semplice: in quel giorno accadde un episodio destinato a cambiare la storia di Roma.

Nel 44 a.C. – Idi di Marzo (Idus Martie), durante la festività pagana dedicata al dio della guerra Marte, venne assassinato Giulio Cesare, con 23 pugnalate.

La congiura fu ordita da alcuni membri della nobilitas romana capeggiati da Cassio Longino e Marco Giunio Bruto (nominati consoli poco prima dallo stesso Giulio Cesare).

A seguito di questo fatto, le Idi di Marzo sono usate nel linguaggio comune con il significato di un presagio nefasto, immortalate nell’espressione: Guardati dalle Idi di Marzo derivata dalla tragedia “Giulio Cesare” di William Shakespeare.


Nel I atto della tragedia shakesperiana, infatti, ritroviamo questo avvertimento: “Beware the Ides of March.”

Secondo la leggenda, la morte di Cesare fu preannunciata al generale stesso da un indovino. Lo racconta lo storico Svetonio secondo il quale la morte di Cesare fu preannunciata da “chiari prodigi”.
Un indovino gli aveva detto che sarebbe morto il giorno delle Idi di Marzo, ma il presagio rimase inascoltato.

Su quella profezia Shakespeare costruì la trama stessa della propria tragedia Giulio Cesare,  scritta nel 1599, che è tutta incentrata sul dramma interiore del monarca, diviso tra l’onore, il patriottismo e l’amicizia.

Oltre a questa, sono state scritte molte altre tragedie dedicate alla congiura e in particolare a Bruto, personaggio che ebbe un ruolo chiave nel complotto.
Ad esempio La Mort de CésarLa morte di Cesare, una tragedia in tre atti di Voltaire, scritta nel 1731 che divenne celebre in Francia in tempi rivoluzionari.

Pochi anni dopo Vittorio Alfieri  esaltò il personaggio di Bruto come eroe della libertà.

Dante, molto prima aveva, invece, condannato Bruto come traditore, nel XXXIV canto dell’Inferno, sprofondandolo nella bocca di Satana insieme a Giuda.

Facendo un balzo e raggiungendo il 1900, non possiamo non citare “Le Idi di marzo”, una celebre lirica del poeta greco Costantino Kavafis (morto nel 1933) sull‘ineluttabilità del destino.

Costantino Kavafis nel corso della sua vita pubblicò in totale 154 poesie, spesso ispirate all’antichità ellenistica, romana e bizantina di cui fu grande studioso.

Oggi è considerato uno dei maggiori poeti greci.

Scopriamo testo  della poesia.

Idi di Marzo di Costantino Kavafis: testo

Le grandezze paventa,
anima. Le ambizioni, se vincerle non puoi,
secondale, ma sempre cautelosa, esitante.
Quanto più in alto sali,
tanto più scruta, e bada.
E quando all’acme sarai giunto, ormai,
Cesare, quando prenderai figura
d’uomo così famoso, allora bada,
quando cospicuo incedi per via col tuo corteggio:
se mai, di tra la massa, ti s’accosti
un qualche Artemidoro, con uno scritto in mano,
e dica in fretta: «Lèggi questo súbito,
è cosa d’importanza, e ti riguarda»,
allora non mancare di fermarti, non mancare
di differire colloqui e lavori,
di rimuovere i tanti che al saluto
si prostrano (più tardi li vedrai).
Anche il Senato aspetti. E lèggi súbito
il grave scritto che ti reca Artemidoro.

Arriviamo ai tempi nostri e troviamo lo scrittore romano Valerio Massimo Manfredi, che ha dedicato all’avvenimento storico un avvincente romanzo, che ha appunto il titolo “Le Idi di Marzo” .

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E nell’arte?

Il Cesaricidio trovò anche rappresentazione nell’arte.

Addirittura attraverso i dipinti possiamo ricostruire le diverse fasi della congiura.

Partiamo dal quadro del pittore tedesco Karl Theodor von Piloty (1865) che mostra la fase precedente al delitto: Giulio Cesare è seduto sul suo scranno mentre Lucio Tillio Cimbro gli mostra un documento aggrappandosi alla sua tunica.
Nell’ombra si intravede un senatore pronto a sferrare l’attacco mortale.


Il dipinto del pittore neoclassico Vincenzo CamucciniLa morte di Cesare (1809), che ho scelto come prima foto dell’articolo, raffigura la drammaticità dell’uccisione del monarca assalito dai senatori.

Infine, nell’opera del francese Jean-Léon Géròme (1859), il Cesaricidio si è già compiuto e Giulio Cesare giace a terra esanime, mentre i congiurati esultano con i pugnali alzati.

Quindi mettendo insieme i tre dipinti, abbiamo il prima, durante e dopo l’uccisione.

Sono sicura che molti di voi avevano già sentito “Idi di Marzo”.

Per chi non ama la storia e l’arte, ci ha pensato George Clooney, nel 2011, a dirigere un film con il suddetto titolo, tratto da questo fatto storico.

Parola di Mastrogessetto!

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