La storia dell’astuccio dalla sua invenzione ai giorni nostri

storia dell'astuccio

Quando parliamo di astuccio il primo oggetto che ci viene in mente è quello che tutti abbiamo usato a scuola.

Basta, tuttavia, riflettere un attimo e ci rendiamo conto come questo termine abbia un significato molto più ampio.

Questo va ben aldilà del riduttivo ambito scolastico.

Infatti l’astuccio è un oggetto che viene realizzato con lo scopo di contenere al suo interno altre cose, di frequente utilizzo come ad esempio gli occhiali, le penne oppure prodotti di un certo valore come orologi e oggetti preziosi.

Bene.

Partiamo dal nome.

ASTUCCIO IN LEGNO,PENNA STILOGRAFICA E CALAMAIO

PERCHE’ SI CHIAMA ASTUCCIO

“Il termine “astuccio” deriva da dal provenzale estug, derivazione forse del latino volgare “studiare”, ossia “custodire”, “conservare con cura”.

Insomma un contenitore che conserva qualcosa da custodire, da non perdere, qualcosa di prezioso. Un contenitore che non può non prescindere da quello che deve custodire.”

Il riferimento che fa il nome all’uso dell’oggetto è sicuramente appropriato.

Anche questo, come molti altri oggetti che fanno parte della nostra vita quotidiana, non è sempre esistito.

Cerchiamo dunque di ripercorrere la storia dell’astuccio con particolare riferimento all’ambito scolastico.

Nessuna descrizione della foto disponibile.

COME E’ NATO L’ASTUCCIO

Il principale motivo per cui è stato progettato e realizzato per la prima volta è quello di poter contenere al suo interno degli oggetti preziosi.

Gli astucci che venivano utilizzati per contenere oggetti preziosi erano dei veri e propri sacchetti in tessuto con un piccolo cordino per chiuderli.

Ben presto, però, ci si rese conto che questo genere di soluzione non era funzionale alle esigenze degli oggetti preziosi anche perché non in grado di assorbire eventuali urti.

Grazie alla rivoluzione industriale e alla possibilità di avere a disposizione macchinari capaci di lavorare adeguatamente nuovi materiali come la plastica, ci fu la prima trasformazione.

A partire dal Novecento si introdussero nuovi oggetti.

Si mise da parte il vecchio sacchetto con cordino (oggi usato come protezione, ad esempio, di occhiali ).

ASTUCCIO IN LEGNO,PENNA STILOGRAFICA E CALAMAIO

L’astuccio di scuola

Ma occupiamoci ,ora, dell’astuccio usato esclusivamente dalla scuola.

Prima di tutto come tutti sanno, inizialmente non c’erano le penne a sfera ma soltanto i classici calamai con le penne stilografiche, qualche piccola matita e soltanto un paio di colori.

Già nel corso dell’Ottocento si è iniziato a pensare all’opportunità di avere una primo tipo di astuccio per portare con sé la penna stilografica ed altri strumenti indispensabili per l’apprendimento.

Arriviamo agli anni Venti.
Il materiale per realizzare l’astuccio era il legno e con una soluzione che prevedeva 3 principali scomparti per un sistema di apertura a scorrimento.
Può sembrare uno strumento piuttosto ingombrante e poco funzionale alle esigenze dello scolaro, ma per l’epoca era una tecnologia abbastanza rilevante anche perché permetteva di avere 5-6 scomparsi proprio grazie al sistema di apertura a “slitta.”

In quegli anni si potevano inserire nell’astuccio pennini, le bacchette porta pennino, le gomme pane e le matite in grafite.

All’epoca soltanto in pochi avevano a disposizione le prime versioni di pastelli colorati che ovviamente venivano realizzati in una forma ridotta in quanto a dimensioni per non ingombrare ulteriormente l’astuccio.

I cambiamenti nel dopoguerra

Dopo la Seconda Guerra Mondiale, si è avuta una fase di ricostruzione che ha riguardato tutti gli aspetti della vita quotidiana compresa quella la scuola.

Lo Stato, diventato una Repubblica,volle fortemente prevedere un percorso formativo scolastico obbligatorio per tutti i cittadini italiani.
Così i tantissime aziende iniziarono a produrre delle nuove tipologie di astuccio molto più simili a quelle che si utilizzano oggi.

Nacquero gli astucci a borsetta.

Il cuoio o materiali simili erano i materiali usati per realizzare i primi tipi di astuccio.

Le dimensioni erano di circa 20 centimetri (larghezza) e c’era spazio a sufficienza per tutti gli articoli più classici.
Poco alla volta nacque l’esigenza di dover inserire altre tipologie di strumenti da utilizzare nei banchi di scuola come ad esempio il righello a sezione quadrata normalmente lungo 15 cm, i primi temperamatite portatili, il temperino e tanto altro.

Un’altra rivoluzione tipica del periodo post seconda guerra mondiale fu indubbiamente l’introduzione delle penne a sfera.

 Complice anche il boom economico, tantissime aziende si interessarono al mondo dell’astuccio.
Si Iniziano a realizzare diverse tipologie utili per consentire all’alunno di portare con sé, in uno spazio estremamente contenuto, un numero considerevole di attrezzi utili.

Gli anni passano e si evolvono i modelli.
Questa evoluzione riguarda sia i materiali ma anche la tipologia di apertura anche in virtù di quelle che sono di volta in volta alle esigenze dei studenti.

Come ho detto molte volte gli astucci sono diversi a seconda dell’età dello studente.https://mastrogessetto.it/a-come-astuccio-come-fare-la-scelta-giusta/

Infatti, solitamente, chi frequenta le scuole elementari necessità di un numero superiore di matite, che si utilizzano pochissimo alla scuola media o superiore.

DENTRO L’ASTUCCIO COSA C’ERA

Metti la penna nell’astuccio, l’assorbente nel quadernuccio, fa la punta alla matita e corri a scrivere la tua vita. (Gianni Rodari)

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Gli scomparti più importanti erano divisi tra pennini, le bacchette porta pennino, le gomme pane e le matite in grafite, normalmente di gradazione 2, oggi HB. In aggiunta alle matite in grafite c’erano anche i pastelli colorati in una versione ridotta (erano lunghi solo 7 centimetri).

I primi astucci a “borsetta”, in cuoio o in simil cuoio contenevano gli stessi attrezzi di quelli in legno.
Si agiungono però altri strumenti: il righello (a sezione quadrata) lungo normalmente 15 centimetri e i primi temperamatite portatili, fatti con un tondino di ferro a U con le due estremità unite da una parte tagliente, il così detto temperino a ghigliottina.

Pensate che fino a quel tempo le punte alle matite si facevano con i coltellini.

Per quanto riguarda le gomme, la classica gomma pane fu sostituita da gomme industriali.

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Anni Cinquanta

Due sono le novità fondamentali che troviamo nei nostri astucci: le penne a sfera e le matite colorate che si allungano e diventano della classica lunghezza delle matite in grafite, 18 centimetri .

Così in breve scompaiono le scatoline in plastica che contenevano ancora i pennini e le bacchette porta pennini. Qualche astuccio di lusso prova a proporre le penne stilografiche ma il successo delle penne a sfera frena l’inserimento di ogni altro prodotto di scrittura.

Sembra proprio che l’astuccio abbia assunto una configurazione classica e duratura.

Invece l’astuccio è incontinua trasformazione.

astuccio anni 70

Arriviamo ai giorni nostri

Clondo

Pokémon Pikachu Seven - Astuccio triplo riempito per la scuola elementare,  43 Accessori scuola inclusi


Esternamente i modelli possono essere in velluto, in Sky e in tessuto con firme di moda
Internamente si aggiungono i pennarelli, che sono ritenuti indispensabili nei lavori scolastici.
Così l’astuccio presto aumenta la dimensione e i due classici scomparti non bastano più.
Sia i pennarelli che le matite colorate vengono divisi da scomparti dedicati solo a loro.
Per le chiusure si abbandonano i bottoni automatici e i nuovi astucci hanno le cerniere mentre i righelli, ora in plastica, sono piatti lunghi 17 o 18 centimetri.

Bene.

Finisce qui il nostro viaggio alla scoperta dell’astuccio dalle sue origini fino ad oggi.

Spero che questo tuffo nel passato abbia suscitato in voi qualche emozione, se siete ormai grandicelli o un po’ di curiosità se appartenete al gruppo dei più giovani.

Non dimentichiamo la curiosità dei bambini che siano i vostri alunni o i vostri figli o nipoti.

Concludo con questa bella frase.

“Si può insegnare a uno studente una lezione al giorno; ma se gli si insegna la curiosità, egli continuerà il processo di apprendimento finché vive.”

Argilla Bedford

Parila di Mastrogessetto!

2 commenti su “La storia dell’astuccio dalla sua invenzione ai giorni nostri”

  1. Un tuffo nei ricordi! ❤️ Ho fatto le elementari tra il 1977 e il 1982 ed il mio astuccio era esattamente quello della foto. Ricordo però che le mie cugine di 5-6 anni più piccole di me avevano già quello a più scomparti con la lampo e mi sembrava bellissimo. (Oggi rivorrrei il mio ❤️) però ho sempre avuto un debole per quelli in legno a scorrimento. Alle medie ne volli uno. Tornarono di moda in quel periodo. Chiaramente “modernizzati” ma io sono vintage. Tuttora scrivo con la stilografica…
    Grazie per questa emozione 🥰

    1. Che bello il tuo commento! Sei riuscita a trasmettere le tue emozioni così bene che mi è sembrato di riviverle insieme a te! Anch’io sono un po’ Vintage e adoro le penne particolari, compresa quella stilografica. Cara Mariachiara grazie a te per avermi scritto e fatto vivere le tue emozioni! Un abbraccio da Mastrogessetto! A presto!

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