La neve è poesia

Ci sono delle condizioni metereologiche che influenzano il nostro stato d’animo.

Inoltre diverse persone soffrono di una serie di disturbi strettamente legati al clima, con i suoi cambiamenti e le sue variazioni: i cosiddetti meteoropatici.

Del resto già nel passato molti personaggi soffrivano di questo problema : Mozart con i suoi reumatismi, Voltaire molto malinconico in autunno, tanto per citarne un paio.

Ma la neve che effetto ha sulle persone?

La neve, da sempre,” emana serenità e vibrazioni positive.”

Ci rende più calmi e fa rilassare la mente e il corpo.

Per dimostrare questo è stato fatto uno studio da uno psicologo, l’americano Sandi Mann, che ha rilevato ben otto motivi per cui la neve rende felici.

La neve:
1) ” acuisce il proprio senso della meraviglia;
2) emana serenità e vibrazioni positive;
3) fa rivivere emozioni dell’infanzia;
4) ci regala momenti divertenti;
5)concilia con il presente;
6) unisce le persone;
7) ci ricorda la bellezza della natura;
8) ha una bellezza fugace”.

Dopo aver ricoperto tutto di bianco, la neve si scioglie.
Ma “intanto ci sentiamo purificati”.

E i poeti ?
Come hanno reagito di fronte ad uno spettacolo così suggestivo?

Molti di loro hanno scritto bellissime poesie.

Ne ho scelte alcune, che ci danno una visione diversa di questo fenomeno tipico della stagione invernale.

Mettetevi comodi.

L’invito a rilassarvi è più che mai consigliato.

Se avete voglia, scegliete la vostra poesia.

Aspetto i vostri commenti.

Ma per adesso, si parte!

Le più belle poesie sulla neve

La danza della neve

Sui campi e sulle strade;
silenziosa e lieve,
volteggiando, la neve
cade.

Danza la falda bianca
nell’ampio ciel scherzosa,
poi sul terren si posa
stanca.

In mille immote forme
sui tetti e sui camini,
nei cippi e nei giardini
dorme.

Tutto dintorno è pace:
chiuso in un oblio profondo,
indifferente il mondo
tace.

Ma ne la calma immensa
torna ai ricordi il core,
e ad un sopito amore
pensa.

Ada Negri

Ada Negri è stata una grande poetessa italiana, che visse tra il 1870 e il 1945.
Fu anche la prima donna ad essere ammessa tra gli Accademici d’Italia, pur avendo il dissenso di grandi nomi della critica come Croce e Russo.

E’ bellissima la sensazione di silenzio ovattato, tipico di una nevicata, che si avverte leggendo la poesia.

Neve

Neve che turbini in alto e avvolgi
le cose di un tacito manto,
una creatura di pianto
vedo per te sorridere; un baleno
d’allegrezza che il mesto viso illumini,
e agli occhi miei come un tesoro scopri.


Neve che cadi dall’alto e noi copri,
coprici ancora, all’infinito. Imbianca
la città con le case, con le chiese,
il porto con le navi; le distese
dei prati, i mari agghiaccia; della terra
fa’ -tu augusta e pudica- un astro
spento,
una gran pace di morte: E che tale
essa rimanga un tempo interminato,
un lungo volger d’evi. Il risveglio,
pensa il risveglio, noi due soli, in tanto
squallore: in cielo
gli angeli con le trombe, in cuore acute
dilaceranti nostalgie, ridesti
vaghi ricordi, e piangere d’amore.

Umberto Saba

E’ una poesia che il poeta triestino scrive nel 1934, quando per problemi interiori si avvicina alla psicanalisi.

E in effetti la caduta della neve permette a Umberto Saba di parlare della sofferenza umana.
Al centro della lirica c’è il sollievo che la caduta della neve porta, con la sua capacità di silenziare tutto, comprese le sofferenze dell’uomo.

E’ scesa la neve

E’ scesa la neve, divina creatura,
a visitare la valle.
E’ scesa la neve, sposa della stella,
guardiamola cadere.
Dolce! Giunge senza rumore come
gli esseri soavi
che temono di far male.
Così scende la luna, così scendono i sogni.
Guardiamola scendere.
Pura! Guarda la valle tua, come
sta ricamandola
di gelsomino soffice.
Ha così dolci dita
così lievi e sottili,
che sfiorano senza toccare.

Gabriela Mistral

Gabriela Mistral è stata una poetessa cilena, nonché la prima donna latinoamericana a vincere il Premio Nobel per la letteratura nel 1945.

Questa poesia riesce a descrivere in modo delicato, con un tono quasi commovente, la neve che cade.

Il cielo è basso

Il cielo è basso, le nuvole a mezz’aria,
un fiocco di neve vagabondo
fra scavalcare una tettoia o una viottola
non sa decidersi.
Un vento meschino tutto il giorno si lagna
di come qualcuno l’ha trattato;
la natura, come noi, si lascia talvolta
sorprendere
senza il suo diadema.

Emily Dickinson

Emily Dickinson, poetessa americana del XIX secolo , dedicò alla natura alcuni dei versi più riusciti.

E’ così anche per questo fiocco di neve vagabondo e indeciso: sembra quasi di vederlo sospeso a mezz’aria mentre cade, incerto su dove posarsi.

Paese sotto la neve

Vorrei imitare
questo paese
adagiato
nel suo camice
di neve.

Giuseppe Ungaretti

Ungaretti è colui che riesce ad esprimere con poche intense parole una sensazione nella sua completezza.

in questo caso, la coltre di neve che avvolge il paese dà un senso di pace e di tranquillità, tanto che il poeta vorrebbe essere abbracciato dalla neve stessa.

Le poesie sull’argomento sarebbero ancora molte.

La mia è stata una scelta non facile e decisamente troppo selettiva.
Ma il rischio sarebbe stato quello di dilungarmi troppo.

Spero che fra queste ci sia la poesia che più vi rappresenta.

Sono sicura che ognuno di voi, pur non essendo un poeta, estraniandosi dalla realtà con tutti i problemi quotidiani, riuscirebbe ad immortalare lo spettacolo della neve che cade, con parole che nulla hanno da invidiare alle suddette poesie.

Del resto è la natura che fa tutto da sola.

Noi siamo, quasi sempre, gli spettatori incantati degli spettacoli gratuiti che ci offre.

Parola di Mastrogessetto!


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