
Quando si parla delle origini delle maschere italiane, non si parla di Carnevale bensì di teatro.
Infatti, verso la metà del Cinquecento, si sviluppò una nuova forma di teatro, ossia la Commedia dell’arte.
Questa commedia detta anche buffonesca, istrionica, di maschere, all’improvviso, a soggetto e, in molti paesi stranieri dal sec. XVII in poi, italiana, durò fino all’inizio del XIX secolo.
Gli attori impersonavano soggetti con precise caratteristiche per rappresentare le maschere italiane: c’era l’imbroglione, il servo astuto, il cavaliere galante, l’avaro e così via.
Le rappresentazioni si facevano molto spesso nelle piazze e raccoglievano grandi consensi.
La commedia “classica” viene riscoperta, In Italia, nel Cinquecento, riavvicinandosi al significato originario, però concentrato nell’ambito teatrale e si diffonde, poi, nel resto d’Europa incontrando successo soprattutto in Francia.
Ricordiamo che la commedia era nata nella Grecia antica.
In particolare, spostandoci più avanti, “lo stile della Commedia dell’Arte pesca a piene mani dalla tradizione teatrale di Plauto e Terenzio“, riprendendone scenari e schemi narrativi.
Quali sono le caratteristiche che la contraddistinguono?
E’ uno stile teatrale che si caratterizza per l’assenza di un copione: gli attori basavano la propria interpretazione su un canovaccio (una trama) e improvvisavano in scena.
Gli attori della commedia dell’arte portano sul palco le cosiddette “maschere”, cioè personaggi con caratteristiche fisse e stereotipate, le più celebri sono: Pantalone, Arlecchino, Pulcinella, Scapino e Colombina.
Questo detto in modo molto essenziale.
Infatti dobbiamo tornare al nostro intento iniziale: quello di conoscere le regioni della nostra bella penisola attraverso le maschere che le rappresentano.
Siete pronti?
Rilassatevi.
Si parte!
Le maschere tradizionali delle regioni italiane
Cartina dell’Italia con le maschere italiane della Commedia dell’Arte |
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Ho attinto dai loro documenti, ben illustrati.
Lombardia
1 – Arlecchino (Lombardia – Bergamo) – È forse la più nota delle maschere, della Commedia dell’Arte. Come Brighella, anche Arlecchino è di Bergamo ma della parte bassa della città. Diversamente dal suo compaesano, mostra scarso intelletto ed è sciocco, credulone. Facchino, truffaldino per natura e di nome, è sempre affamato, nel senso più completo della parola, poiché l’attore che lo incarnava sulle scene spesso ne condivideva le amarezze di una vita grama. Goffo e sempre gabbato è posto, a livello sociale, un gradino più basso del suo fedelissimo amico-nemico e compagno di avventure Brighella. Il suo carattere è un insieme di astuzia, di coraggio e di poltroneria. .E’ il prototipo del servo furbo ed adulatore, sciocco, loquace, abile in ogni scherzo e raggiro alle spalle del padrone, in grado di conseguire risultati preclusi alla dignità degli altri personaggi della commedia dell’arte. Il suo bizzarro vestito variopinto e di cento colori sarebbe dovuto al buon cuore dei suoi compagni: questi, in occasione del Carnevale, gli regalarono pezzi di stoffa dei loro abiti, affinché anch’egli avesse un costume. E’ costituito da una giubba e pantaloni a toppe coloratissime ed irregolari, un berretto di feltro bianco col corredo di un pezzo di coda di coniglio o di volpe, una cintura da cui pende la spatola di legno, normalmente usata per mescolare la polenta, che è chiamata “batocio“. Sul viso porta una mezza maschera nera dai tratti demoniaci e felini, qualche volta munita di sopracciglia ispide e mustacchi. Il naso è camuso; completa il tutto un vistoso bernoccolo sulla fronte. Arlecchino è una maschera acrobatica con una gestualità particolarmente complessa. Il suo modo di incedere è simile ad una vera e propria danza. Beffeggiato da tutti è, in verità, anche la maschera più contesa da varie nazioni. |
2 – Brighella (Lombardia – Bergamo) – Come Arlecchino, anche Brighella è di Bergamo
E’ Il servo furbo della Commedia dell’Arte nato nella Bergamo alta e perciò ben distinto da Arlecchino, servo sciocco e cialtrone, originario della parte bassa della città.
In realtà Brighella Cavicchio da Val Brembana è il suo nome per esteso.
L’etimologia è forse da ricercarsi in “briga” o “brigare“, ossia “imbrogliare“, una delle sue caratteristiche peculiari.
Intrigante, avido e astuto è il servo che vive d’espedienti, in cerca di avventure, pronto a ordire intrighi, il ruffiano pronto ad assecondare anche i desideri più bassi del suo padrone e con la stessa solerzia gli volge le spalle nel momento del bisogno e del pericolo.
Non ha scrupoli e si adatta a qualsiasi mestiere.
Infatti lo ritroviamo nei panni dell’oste, del sergente, del primo domestico o del ladro patentato.

3 – Meneghino -Lombardia (Milano )
E’ la personificazione del servo non coraggioso ma fedele, disponibile e dotato di
buon senso.
Piemonte

4– Gianduia (Piemonte – Torino) – Ha in testa il tricorno e la parrucca con codino. Veste un costume di panno color marrone bordato di rosso, con il panciotto giallo e le calze rosse. È un galantuomo, cui piacciono il vino, l’allegria e l’arguzia paesana; è veramente il tipo del buon piemontese pieno di buon senso e di coraggio. Giacometta è la sua fedele compagna. ![]() 5 – Giacometta – Piemonte (Torino) |
E’ la fedele compagna di Gianduia. Come Gianduia è veramente il tipo del buon piemontese pieno di buon senso e di coraggio, così Giacometta non è da meno ed unisce alla naturale grazia del gestire e del parlare un brio ed una vivacità maliziosamente femminile. Veneto 6 – Pantalone -Veneto (Venezia) Tipica maschera veneziana, la più conosciuta, comparsa nel Cinquecento. Sulla sua origine non esistono dubbi, poiché, fin dalla sua prima apparizione nelle compagnie della Commedia dell’Arte, il “primo vecchio“, chiamato il “Magnifico“, si esprimeva nella schietta e musicale parlata veneziana. Quel nome presto decade per lasciare il posto a Pantalone. Rappresenta il tipo del vecchio mercante ricco e brontolone, stimato, a volte completamente in rovina (Pantalon de’ Bisognosi), pedante, non sempre accorto, avaro, incontentabile, testardo che non disdegna le avventure galanti, spesso innamorato, geloso e senza fortuna, facile preda dei raggiri dei suoi servi e delle donne che corteggia. Mostra una grande vitalità sia negli affari che nel risolvere con energia e cognizione di causa i problemi familiari. È caratteristica la sua maschera nera con naso adunco, sopracciglia accentuate e una curiosa barbetta a pizzo, che abitualmente accarezza dolcemente . ![]() 7 – Colombina (Corallina) Veneto (Venezia) – E’ la maliziosa e vezzosa servetta o spesso anche nipote del protagonista maschile della Commedia dell’Arte, personaggio comico non sempre specchio di virtù, scaturito da un mondo popolare come Arlecchino, suo fedele compagno d’avventure e talvolta suo sconsolato amante. Quando compare sul palcoscenico si fa notare per quelle sue innate doti di spigliatezza, civetteria ed astuzia tipicamente femminile. Rappresenta la ragazza smaliziata e onesta allo stesso tempo, esperta nell’arte della seduzione e sicura di sé. E’ conosciuta anche con altri nomi: Arlecchina, Corallina, Ricciolina, Camilla e Lisetta. Il vestito è semplice, a volte a toppe colorate come quello di Arlecchino, rifinito con una graziosa cuffietta bianca e un grembiule della stessa tinta. Liguria ![]() 8/1 – Capitan Spaventa -Liguria (Liguria) – Maschera del XV secolo, è una caricatura degli ufficiali di quel tempo e di ogni vanagloria militare. Il vestito a strisce colorate è completato da un cappello a larghe tese adorno di piume. Porta una spada interminabile, trascinata rumorosamente. Ha lunghi baffi ed un naso spaventevole. E’ uno spadaccino temerario, che combatte più con la lingua che con la spada. 8/2 – Capitan Spezzaferro – Maschera molto popolare, rappresenta una variante di Capitan Spaventa e Scaramuccia. Come questi, professa coraggio e valore ma si dimostra vile e pusillanime nei momenti di pericolo. ![]() 8/2 – Capitan Spezzaferro Toscana ![]() 9 – Stenterello -Toscana Maschera della seconda metà del secolo XVIII; fu chiamato Stenterello per la figura esile, cresciuta a stento. Il costume prevede: una specie di cappello a barchetta con parrucca e codino, giubba lunga di panno azzurro, panciotto giallo a piselli, calzoni corti e neri, una calza rossa e l’altra rigata di bianco-azzurro. È un tipo ghiottone, scansafatiche, pavido, sciocco, perseguitato dai creditori e dalla sventura. Emilia Romagna ![]() 10/1 – Dott. Balanzone Emilia-Romagna (Bologna) Classica maschera bolognese, indossa la toga con collare bianco alla spagnola ed ha un cappello nero a larghe falde. Pedante e noioso, rappresenta il principe del foro, pieno di paroloni e di sproloqui; è famoso per le sue arringhe assurde; parla in dialetto con citazioni latine errate, pronunciate con assoluta serietà. ![]() 11 – Sandrone -Emilia-Romagna Maschera emiliana che copre i capelli con un berretto di lana rossa. Porta la giubba viola, il panciotto bianco con pallini, i calzoni corti fino al ginocchio, le calze rigate. Ha il faccione color del vino, di cui è molto amico; caratteristico tipo del contadino ignorante, ma pieno di buon senso e di furberia; talvolta è falso e bastonatore a diritto o a torto. Lazio ![]() 12 – Rugantino -Lazio – II nome deriva dal verbo romanesco «ruga», cioè «protestare con arroganza» e ne designa chiaramente il tipo. Il vestiario comprende cappello alto, tipo gendarme, giacca lunga orlata di giallo, panciotto e pantaloni rossi, scarpe con fibbia. E’ attaccabrighe, millantatore, poltrone e brutale; anche quando le busca conserva il suo carattere linguacciuto. Campania 13 – Pulcinella – Campania (Napoli) – Il carattere del personaggio è composito: è indolente e malinconico, buono ma egoista, scansafatiche, mangiatore ed ubriacone, bastonato e bastonatore. La sua tendenza ad abbandonarsi ad atteggiamenti spesso riprovevoli è comunque riscattata dall’indole di popolano che ha una semplice ed ottimistica visione della vita. Sa cantare dolcemente e prendere la vita con filosofia. Tra i vari costumi assunti, tipico è quello bianco e la mezza maschera nera solcata di rughe, dal naso adunco; porta il cappello a pan di zucchero, il camiciotto ed ampi calzoni bianchi. ![]() 14 – Scaramuccia -Campania (Napoli) Maschera di origine napoletana, ha per costume il berretto nero alla basca, la giubba corta cinturata con colletto alla Stuarda; sotto un’ampia casacca, calzoni a metà ginocchio, completati da lunghe calze. È un tipo spaccone, ma, in realtà, vile e silenzioso, incassatore di botte e scansafatiche eccezionale. ![]() 15-Tartaglia (Campania – Napoli) – Maschera della Commedia dell’Arte di origine napoletana. Prese il nome di Tartaglia dalla balbuzie che la distingueva. Si prestò ad impersonare ora il servo astuto, ora il pedante, ora l’avvocato intrigante, ora lo speziale. E’ una maschera spassosa e ridanciana e non riveste mai parti tristi o tragiche. La nostra carrellata è terminata. Naturalmente ci sono tante altre maschere minori meno conosciute. L’importante è non perdere di vista il nostro obiettivo: quello di far conoscere ai ragazzi le nostre regioni, ma al tempo stesso anche la tradizione delle maschere che non deve essere perduta. Parola di Mastrogessetto! |