La “ categoria” di appartenenza è la stessa, quella dell’amico immaginario.
Solo che in questo caso si ha una configurazione ben precisa: non più un amico o un’amica generico, ma un fratello o sorella che è un membro della famiglia, con caratteristiche ben definite, tipo età, carattere ecc.
Chiariamo subito, che anche stavolta, si tratta di una semplice variante che rientra nella sfera creativa di un compagno invisibile.https://mastrogessetto.it/i-bambini-e-le-bugie-lamico-immaginario/

I genitori che hanno sperimentato questa situazione si sono sentiti, forse, un po’ spiazzati e spesso, in colpa.
Perché?
Il fatto che si parli di un fratellino o di una sorellina, innesca negli adulti, una serie di domande del tipo “vorrebbe un fratellino, ma non lo dice” oppure “si sente diverso/a dai compagni che hanno quasi tutti un fratellino o una sorellina”.
Ma é veramente il modo di esprimere questa richiesta, da parte dei vostri piccoli?
Oppure vuol dire altro?
Dovete davvero preoccuparvi o anche questa volta basta un po’ di buon senso e vedere come si evolve la cosa?
Partiamo dall’ultimo quesito.
Prendetevi qualche minuto.
Rilassatevi.
Si parte!

I bambini e il fratellino o la sorellina immaginaria
Quando meno te lo aspetti ecco che lui o lei fa la sua comparsa: vostro figlio parla con una sorellina, magari più piccola, alla quale, ad esempio, deve insegnare molte cose.
E’ come se all’improvviso esistesse questo nuovo componente della famiglia, tanto che viene anche rappresentato anche a livello grafico-pittorico.
Se il bambino o la bambina ne parla esplicitamente non dovete preoccuparvi, anzi.
Non è altro che l’espressione, del fenomeno dell’amico immaginario, come abbiamo già detto, messo in rilievo nella psicologia dello sviluppo, in modo particolare dalla Professoressa Tilde Giani Gallino nel suo libro “Il bambino e i suoi doppi. L’ombra e i compagni immaginari nello sviluppo del sé” Bollati Boringhieri editore.

Il fratellino immaginario cosa fare
Per prima cosa, anche in questo caso, non pensare che si tratti di un segno di patologia.
La maggior parte delle volte, si tratta di “una modalità ideativa, capace di creare una presenza benevola, affettuosa, calda, accogliente, può essere considerata come un equivalente della riflessione degli adulti“.
Quale cose dovete fare voi genitori?

Porsi delle domande
Vostro/a figlio/a è tranquillo/a, si comporta come sempre e non notate particolari segni che denotino disagio e problemi?
Bene.
Ricavare informazioni
Come già detto, per l’amico immaginario, la prima cosa da fare è un’osservazione discreta, in modo che non si senta spiato e che non si inibisca.
Prendete spunto, da questa osservazione, per fare numerose riflessioni sulle modalità del bambino di rapportarsi con gli altri, sui suoi bisogni e su suoi desideri.

Non fare domande inutili o inadeguate
Non assillare il bambino con domande da adulti o addirittura prenderlo in giro o scherzare su questa figura immaginaria.
Lasciategli, al contrario, tutto lo spazio emotivo e mentale per vivere questa sua esperienza.
Se richiesto, partecipate alla sua situazione fantastica
Può succedere che i vostri figli vi invitino a partecipare alle loro storie fantastiche, ad esempio chiedendovi di apparecchiare anche per il fratellino o la sorellina.
Non vi preoccupate: i bambini sanno ben distinguere, anche in queste situazioni, tra realtà e fantasia.

Non è la richiesta di un fratellino o di una sorellina
Rispondiamo all’altro quesito, sopra scritto.
Questo atteggiamento non è un richiesta indiretta ai genitori.
Di solito, i bambini sono molto espliciti e diretti.
Nel caso si sentano soli e/o desiderino un fratello ( comune nei maschi) o una sorella (comune nelle femmine), non hanno nessun problema a chiederlo ai genitori, anche insistentemente.

Per concludere
Tranne che in situazioni particolari ed eccezionali, che abbiamo illustrato nel precedente articolo, non vi preoccupate.
Anche questa volta tutto si risolverà da solo.
E come è apparsa, questa figura immaginaria, scomparirà .
Parola di Mastrogessetto!