L’ ingresso in una nuova scuola, indipendentemente dall’età, comporta sempre una fase di adattamento con reazioni che cambiano a seconda dell’età ma che variano anche da soggetto a soggetto.
Anche l’inizio di una scuola superiore, qualunque essa sia, è una fase di grande cambiamento e lo stress e l’ansia provati dai nostri figli e da noi genitori sono normali.
- Intanto quasi sempre le scuole sono più lontane da raggiungere;
- gli orari sono diversi rispetto alla precedente scuola media;
- i nostri figli saranno i più piccoli del numeroso gruppo di studenti che frequenta la nuova scuola.
Già questi tre punti, da soli, sarebbero più che sufficienti a scatenare, in noi genitori, un attacco d’ansia più o meno intenso, a seconda della nostra personalità.
Cari genitori, questi sono “problemi” che si sono sempre verificati (anche noi ci siamo passati, vi ricordate?!) e che si risolvono naturalmente da soli, come una cosa fisiologica e naturale che fa parte del gioco.
Unica cosa, anche e soprattutto in questo primo periodo, non deve mancare la nostra super visione distaccata di come procede il tutto.
Dare fiducia ai nostri figli, renderli più autonomi ma, come dico io, “osservare da lontano”, senza che loro lo percepiscano.
Il metodo di studio
Se le suddette problematiche si esauriscono naturalmente, al contrario, il discorso studio, soprattutto a questo punto dell’anno scolastico va affrontato e diventa fondamentale.
Il metodo di studio dovrebbe essere maturato di pari passo con l’età anagrafica dei nostri ragazzi, dalla scuola elementare in poi.
Invece, capita spesso, che questo non accada.
Spesso capita di sentir dire al docente coordinatore, che parla , in generale del gruppo studenti,come, purtroppo alcuni di loro abbiano sempre difficoltà nel saper studiare.
Se i vostri figli hanno sempre difficoltà a studiare, se volete che perfezionino alcuni aspetti o semplicemente se siete curiosi di sapere se stanno procedendo nella maniera giusta, prendetevi una pausa e leggete!
Non dico che dovete vestirvi con abiti più buoni come faceva Niccolò Machiavelli quando si dedicava ai suoi studi, ma staccate un attimo e partiamo!
Prendere gli appunti
La prima differenza che balza agli occhi, rispetto alla scuola media, è il diverso uso che viene fatto del libro di testo.
In alcune materie, come italiano, inglese, matematica rimane sempre il punto di partenza: in classe il professore parte da esso per spiegare un argomento o comunque lo utilizza per fare lezione.
E fin qui niente di nuovo.
Ma in alcune materie, che possono essere la maggioranza, il testo viene utilizzato, principalmente dallo studente, a casa per approfondire e per esercitarsi.
La spiegazione viene fatta oralmente dal docente e quando va bene, integrata con annotazioni o schemi scritti.
Ma in alcuni casi si tratta di cose dette a voce.
La reazione di chi ascolta (i nostri figli) può essere di diversi tipi: c’è chi pensa che sarà estremamente facile ricordarsi tutto, chi va nel panico e da subito non riesce più a seguire e chi reagisce in altri mille modi.
Fatto sta che, qualunque reazione abbia nostro figlio, è quasi impossibile, solo ascoltando, riuscire, in un secondo momento, a ricordarsi veramente tutto in modo dettagliato.
Da qui nasce la necessità di prendere gli appunti.
Molti miei colleghi di lettere lavorano su questo già in terza media.
Io l’ho sempre messo come un obiettivo da raggiungere, “saper prendere appunti” per far arrivare i ragazzi già “allenati” alle superiori.
Ma se questo “allenamento” è mancato?
Beh, non resta altro che rimboccarci le maniche e iniziare senza perdere altro tempo.
Intanto ci sono cinque punti che dobbiamo avere ben chiari, se vogliamo imprare a prendere gli appunti.
1. NON SI PUO’ USARE IL REGISTRATORE
Il registratore è sicuramente un ottimo strumento per aiutarci a prendere gli appunti, perché anche se ci perdiamo una parola, una frase o addirittuta il filo del discorso, sappiamo che potremo riascoltarlo in un secondo momento.
Purtroppo però, salvo casi eccezzionali, l’uso del registratore, non è consentito alle scuole superiori, ma soltanto all’università.
Quindi cari genitori se state leggendo questo articolo su come prendere gli appunti e i vostri figli sono ancora alle superiori, dite loro di portare pazienza, arriverà il tempo dello “sbobinamento”!
2. NON SI PUO’ PENSARE A SCRIVERE CON UNA BELLA GRAFIA
La velocità di scrittura si migliora, come succede per tutte le cose, grazie all’allenamento.
Una volta, nelle scuole con indirizzo professionale di segretaria o ragioniere, c’era una materia specifica chiamata stenografia, che insegnava a scrivere velocemente con segni, abbreviazioni o simboli per rappresentare parole.
Senza scomodare la stenografia, bisogna convincere i nostri figli, che solo allenandosi riusciranno a scrivere più rapidamente e non si devono scoraggiare se all’inizio i risultati sono deludenti.
Inoltre, gli appunti li prendono per sé stessi, quindi va tralasciato il discorso dello scrivere bene: l’importante è che, in un secondo tempo riescano a leggere quanto hanno scritto!
Ancora oggi ricordo con un sorriso, quando prestai i miei appunti, non ricopiati in bella, ad una mia compagna di classe.
La materia era la storia e l’argomento “L’ Urbanesimo” (detto molto semplicemente l’immigrazione dalle campagne alle città) e il caso volle che venisse proprio interrogata.
Alla domanda che cos’è l’Urbanesimo, rispose, con nonchalance, che le mucche si dirigevano verso le città!
Tutti noi ci trattenemmo dal ridere, ma quando lo fece la professoressa, capimmo che anche noi ci potevamo lasciare andare.
E la malcapitata?
Sempre con ostentazione disse che questo era quanto aveva trovato sui miei appunti (come fossero un testo indiscutibile!!) e continuò a non rendersi conto che, in realtà, non era riuscita a decifrare la mia orrenda grafia!
Sicuramente questo non succede se uno ricopia quanto è stato scritto da lui stesso.
Ma se si vogliono scrivere più cose possibili, non ci si deve preoccupare dell’estetica!
3. NON SI PUO’ PENSARE NEMMENO TROPPO ALLA FORMA E ALLA PUNTEGGIATURA
Per i suddetti motivi , quando si scrive velocemente, non ci si deve nemmeno preoccupare troppo della forma, perché le cose dette a voce hanno una forma diversa rispetto a quelle scritte.
Stessa cosa vale anche per la punteggiatura che perfezioneremo in un secondo momento.
4. E’ UTILE, ANCHE SE FATICOSO, UN LAVORO DI REVISIONE A CASA
Per questo motivo, gli appunti presi devono essere riguardati a casa.
Anzi il mio consiglio è quello di fare questo lavoro di revisione, il giorno stesso, perché la spiegazione è bella “fresca”.
Sembra una perdita di tempo , ma il non rimandare questo lavoro, permetterà ai vostri figli di guadagnarlo , quando dovranno prepararsi per la volta successiva.
5. NON SI DOVREBBE USARE IL QUADERNO DI BELLA
Proprio per tutto quello che abbiamo detto fino a questo punto, per prendere gli appunti dovrebbe essere usato un altro quaderno apposito.
Ai miei tempi per ogni materia, c’era un quadernino per gli appunti, ma si trattava come dice il nome di un quadernino.
Oggi che gli zaini sono pesantissimi, vi consiglio di mettere due quadernoni per gli appunti, che non devono mancare mai: uno a righe e uno a quadretti, che verranno usati per le varie materie, a seconda della tipologia necessaria.
Infine, gli appunti di ogni materia, devono essere ricopiati sul rispettivo quaderno.
“Tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare”, direte voi!
Non vi ho detto che sia facile né che veloce, ma piano piano saranno proprio i vostri figli, se ci tengono ai risultati, a rendersi conto che questo lavoro li facilita nello studio.
Intanto apprezzate anche quei pochi appunti, se già lo fanno,che prendono sui loro quaderni “di bella”.
Ma quando si renderanno conto che tante cose richieste nelle interrogazioni o nelle verifiche, sono solo dette dai loro professori, capiranno che prendere gli appunti è fondamentale per studiare in modo completo!
Ve lo dice una che ha avuto almeno due professori, che hanno costretto i rispettivi studenti a diventare molto esperti in questa attività.
Il docente di storia, fra le altre cose bravissimo percorreva avanti e indietro, con grandi falcate, i metri della nostra aula, non aprendo nemmeno il libro di testo.
Insomma il “libro” era lui stesso!
Se si unisce a questa sua caratteristica la sua estrema severità,chi usciva dalle sue “grinfie”arrivava super allenato ai corsi universitari, dove prendere appunti era una cosa indispensabile.
Mi auguro che i professori di oggi siano più autorevoli e comprensivi, che non autoritari.
Ciò non toglie che l’acquisizione di questa abilità resta sempre e comunque molto importante.
Parola di Mastrogessetto!