Auguri di buon anno

Avete mai pensato che il tempo che separa l’anno vecchio dall’anno nuovo consiste in soli sessanta secondi?

E’ un intervallo di tempo come un filo sottile, quasi impercettibile.

Eppure, già allo scoccare della mezzanotte, si accendono in noi nuovi pensieri, nuovi propositi ma, soprattutto, nuove speranze.

In modo particolare in questo anno, ma anche in quello che è appena terminato, credo che non ci sia stata nessuna persona che non abbia pensato a qualcosa di migliore per i giorni a venire.

Il cambiamento non può essere immediato.

Siamo, però, di fronte ad un libro bianco con ben trecentosessantacinque pagine.

Sta a noi cercare di riempire questi spazi con frasi nuove, piene dei nostri sogni.

Perché, non dobbiamo dimenticare mai, a qualsiasi età, di fare della nostra vita un sogno e di un sogno, una realtà.

Salutiamo il nuovo anno con i nostri sogni.

A proposito di questo, vi propongo un bellissimo saluto all’anno nuovo.

E’ quello che fa un famoso poeta straniero, che ha dedicato a questo evento una poesia, per l’esattezza un’ode.

Concedetevi un po’ di tempo.

Leggete questa poesia ben augurante!

Ode al primo giorno dell’anno di Pablo Neruda

Lo distinguiamo dagli altri
come se fosse un cavallino
diverso da tutti i cavalli.
Gli adorniamo la fronte con un nastro,
gli posiamo sul collo sonagli colorati,
e a mezzanotte lo andiamo a ricevere
come se fosse un esploratore
che scende da una stella.

Come il pane assomiglia al pane di ieri.
Come un anello a tutti gli anelli: i giorni
sbattono le palpebre
chiari, tintinnanti, fuggiaschi,
e si appoggiano nella notte oscura

Vedo l’ultimo giorno
di questo anno
in una ferrovia, verso le piogge
del distante arcipelago violetto,
e l’uomo
della macchina,
complicata come un orologio del cielo,
che china gli occhi
all’infinito
ripetersi delle rotaie,
alle brillanti manovelle,
ai veloci vincoli del fuoco.

Oh conduttore di treni
fuggiasco
verso stazioni
nere della notte.
Questa fine dell’anno
senza donna e senza figli,
non è uguale a quella di ieri, a quella di domani?

Dalle vie
e dai sentieri
il primo giorno, la prima aurora
di un anno che comincia,
ha lo stesso ossidato
colore di treno di ferro:
e salutano gli esseri della strada,
le vacche, i villaggi,
nel vapore dell’alba,
senza sapere che si tratta
della porta dell’anno,
di un giorno scosso da campane,
fiorito con piume e garofani.

La terra accoglierà questo giorno
dorato, grigio, celeste,
lo dispiegherà in colline,
lo bagnerà con frecce di trasparente pioggia
e poi, lo avvolgerà nell’ombra.

Così è:
piccola porta della speranza,
nuovo giorno dell’anno,
sebbene tu sia uguale agli altri
come i pani a ogni altro pane,
ci prepariamo a viverti in altro modo,
ci prepariamo a mangiare, a fiorire, a sperare.

Ti metteremo
come una torta
nella nostra vita,
ti infiammeremo
come un candelabro,
ti berremo come
un liquido topazio.

Giorno
dell’anno nuovo,
giorno elettrico, fresco,
tutte
le foglie escono verdi
dal tronco
del tuo tempo.

Incoronaci con acqua,
con gelsomini
aperti,
con tutti gli aromi
spiegati,
sì,
benché
tu sia solo un giorno,
un povero giorno umano,
la tua aureola palpita
su tanti cuori stanchi
e sei,
oh giorno nuovo,
oh nuvola da venire,
pane mai visto,
torre permanente!

Riflessioni sul testo, per capirlo meglio

“L’inizio dell’ode al nuovo anno è contraddistinto da un tono di meraviglia: l’anno che verrà è paragonato a un giovane pony vivace e scalpitante, diverso da tutti i cavalli precedenti. “

Forse non è la sensazione che proviamo di fronte ad una nascita?
Stupore, meraviglia, gioia!



Il treno, poi, è la metafora del tempo, quel complicato orologio di ingranaggi cui l’uomo guarda, ricco di bivi e infinite possibilità rappresentate dall’intrico delle rotaie.

“Vedo l’ultimo giorno di questo anno in una ferrovia.”

“Tuttavia, osserva il poeta, questo giorno di fine anno non è in fondo uguale a tutti gli altri giorni? 

Visto dal finestrino del treno è sempre lo stesso viaggio che prosegue, mentre si susseguono i panorami cangianti, i passanti che salutano, il suono delle campane che ogni mattina annuncia un nuovo inizio.


La terra accoglierà questo nuovo giorno dell’anno come ogni altro giorno, seguendo il ciclo naturale dall’alba fino al tramonto.

In questi versi Neruda sembra ribadire che nel primo giorno dell’anno non vi è alcuna novità rilevante, ma solo una convenzione data dal cambiamento del calendario e dal pensiero popolare.

Così, malgrado sia uguale a ogni altro giorno, ci si prepara a vivere il primo di gennaio con feste, canti, speranze.”

Il poeta paragona il primo giorno dell’anno a una torta da mangiare, a una candela accesa da consumare, a una bottiglia di spumante frizzante da bere.

Un giorno che mischia rituali profani, come l’atto del rifocillarsi a un ricco banchetto, e usanze spirituali, come l’attitudine umana di sperare.

Molto belle le strofe finali dove Pablo Neruda ribadisce la necessità della speranza che fa fiorire, profuma, rinnova tutto quanto ha intorno proprio come questo primo giorno dell’anno nuovo che è elettrico, fresco, verde come le foglie appena nate.


Benché sia solo un “povero giorno umano”, questo giorno nuovo,ha il potere di rinfrancare tanti cuori stanchi e riempirli con la luce di una rinnovata speranza nell’avvenire.

“Si innalzano dunque, nelle righe finali della poesia, quelle alte torri che permettono di guardare oltre il presente, verso l’avvenire.


L’aggettivo finale “permanente” associato alla torre dell’anno nuovo indica la volontà di costruire, di creare, di dare forme stabili e durature al tempo che ci è dato ed è tempo da vivere proprio come quel “pane mai visto” che ci si presenta nuovo, fragrante e nutriente.”

Vi rispecchiate nei versi del poeta cileno?

Se invece preferite qualcosa di diverso, vi rimando alle poesie scelte in un altro articolo, sempre dedicato al Capodanno.https://mastrogessetto.it/un-anno-pieno-di-speranze.

Mi piace concludere con tre frasi celebri, che ora più che mai, mi sembrano molto attuali.

” Non importa quanto sia difficile il passato, si può sempre cominciare da capo.” (Budda)

” Ieri è passato. Il domani non è ancora arrivato. Abbiamo solo l’oggi :cominciamo.” (Madre Teresa di Calcutta)

” Nessuno può tornare indietro nel tempo per cambiare ciò che è accaduto, quindi lavorate sul presente per costruire un futuro meraviglioso.” (Anonimo)

Buon anno a tutti da Mastrogessetto!

Che i vostri sogni si avverino!

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